imbolc – tempo di cambiamento

IMBOLC

Questo è il tempo dei cambiamenti operati sotto la superficie delle cose, il tempo per prendere un impegno, o lasciarlo. Il  tempo per guardare avanti con speranza e gioia per ciò che vorremmo ottenere lungo il corso dell’anno.

Imbolc è una festa di rinnovamento della Luce che ci ricorda l’importanza del cambiamento personale, a tutti i livelli. E’ la luce che indica la via, la ricerca dell’ispirazione e dell’illuminazione, il periodo propizio alla purificazione sia personale che della casa.

La Natura è ancora addormentata sotto il peso dell’inverno, ma nonostante tutto qualcosa comincia a muoversi, la Dea si sta pian piano riprendendo dalle fatiche del parto di Yule e il Dio comincia a diventare più forte.

Le giornate si allungano prepotentemente, il primo di Febbraio il Sole resta sulle nostre teste 57 minuti in più, rispetto al primo di Gennaio.

Per i celti Imbolc era una delle quattro feste del fuoco, giorni in cui venivano accesi grandi falò, dove il fuoco assumeva il ruolo di Luce, anzi di ritorno alla luce dopo il buio invernale.

Per questo motivo Imbolc si celebra prima che arrivi la Primavera e ci segnala che l’inverno sta per finire. E’ la festa di Birgit nel suo aspetto di fanciulla, e come tale Dea dei fiori e della caccia. Colei che prende di nuovo il posto dell’anziana, la Crona che si ritira nell’ombra aspettando il prossimo inverno.

Per i cristiani è Candlemas o Candelora; la festa delle luci, la benedizione delle candele, la festa della purificazione della Vergine e la presentazione di Gesù al tempio.

Il nome Imbolc deriva dalla parola gaelica “oimelc” che significa “nel latte” perché questo è il momento in cui gli animali da gregge danno alla luce, o stanno per dare alla luce, i cuccioli e i loro grembi sono gonfi di latte mentre la  vita di rinnovamento ritorna a scorrere ancora una volta.

Questo evento rappresenta l’indispensabilità del calore e della luce per il mondo vegetale e animale.

Nel Medioevo, in questo giorno, venivano consacrate le candele utilizzate poi nel corso dell’anno liturgico. Queste candele rappresentano Gesù, detto anche “la Luce del mondo” e questo evento è ancora oggi festeggiato da cattolici e anglicani. È probabile che la cerimonia delle candele sia una derivazione anche dell’antico uso romano di portare torce accese in onore di Giunone Februata.

Infine, questa festa è considerata come un anticipo di Primavera, un momento in cui si benedicono i semi e si consacrano gli strumenti da lavoro per la stagione del futuro raccolto. Segna il punto centrale della metà oscura dell’anno, da questo giorno fino all’equinozio di primavera, è il momento per prepararsi alla crescita e al nuovo.

Il fiore simbolo della festa è il Crocus, che timidamente ma, tenacemente, mette fuori la testolina dal ventre della Terra come il Bucaneve e la mora.

Alcune informazioni e un messaggio della Dea Birgit li trovi sul libro

“I riti delle Dee” De Vecchi editore – nelle librerie e nei siti on line

 

 

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